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CONOSCERE IL NOSTRO TERRITORIO

Vi proponiamo un percorso che si snoda dalla contrada Asola e arriva alla villa dei conti Buonaccorsi.          

Attraverso leggeri pendii, di proprietà in proprietà, si possono ammirare ordinate culture, ricoveri di gru, un imponente bosco raro nel circondario…Una fonte d’acqua storica, una villa settecentesca con l’annesso giardino legata alla nobile famiglia dei Buonaccorsi.                                                  

"Quando ci poniamo di fronte all’antichità e la contempliamo con serietà nell’intento di formarci su di essa, abbiamo il senso come di essere solo allora diventati veramente  uomini."                                                                                                                                                                                            (Johann Wolfgang Goethe)

Immaginiamo di trovarci al crepuscolo, in quel tempo sospeso in cui il sole sta per agonizzare dietro i monti e la notte, vedova del giorno, si veste a lutto e copre con i suoi manti pesanti e scuri le vallate. Fermiamoci un attimo e sogniamo di volare tra le sublimi colline marchigiane, sotto un cielo che sembra la tavolozza di Tiziano, con lunghe pennellate di un rosso e di un arancione stupendi, ali di angelo baciate dal sole morente.

In questa atmosfera ideale che par tratta da un quadro romantico cominciamo un viaggio fantastico, tra storia e presente, tra mare e collina, alla scoperta di un luogo idilliaco del comune Potenza Picena. Ad abbracciare tale borgo medioevale è il mare. Esteso e meraviglioso, fine e inizio del mondo. Con le sue onde, copre per un attimo la costa, la bacia, poi la denuda di nuovo, e continua così da secoli e secoli, in una inscindibile simbiosi di elementi. Nei pressi della costa, un’oasi naturalistica unica in Italia, un luogo di pace in cui animali, vegetali e uomo vivono in perfetta sintonia, nel rispetto dell’ambiente e della terra. Tra alberi secolari, erbetta soave e fiori fragranti si estendono vari minuti laghi, da cui deriva il nome del parco: Laghetti. In conche artificiali derivate da una vecchia cava si sono raccolte, come lacrime di angeli, milioni di gocce di pioggia, creando meravigliosi specchi d’acqua in cui la luce del sole si infrange e si frantuma in scaglie rilucenti, costellazioni di raggi donate dall’astro alla terra. Di notte invece, accompagnata dal canto delle foglie e dal parlare delle onde, la Luna si specchia sui laghi e rimira la sua immagine, bella e vanitosa. Il luogo è unico: ogni anno svariate specie di volatili e non solo si ritrovano lì cantando e gioendo, facendo compagnia ai vecchi bacini e alle solitarie isolette, come mantenendo una vetusta promessa fatta all’oasi. Subito dietro la costa, invece, i colli. Dolcissimi eppure austeri, rivestiti da filari di viti, coronati da case coloniche e da alberi secolari. Le colline si stagliano verso il cielo e tentano di dargli un bacio. Lui, vergine, arrossisce e la notte si avvicina. Tra i colli, le piante e i campi si trova un piccolo grande capolavoro, un luogo, un edificio, in cui storia, arte e cultura si uniscono perfettamente, creando un’atmosfera magica e fiabesca: la villa Buonaccorsi.

 

Varcando l’austero cancello della dimora si entra in un mondo parallelo in cui il tempo si è fermato, un universo di pace in cui si può udire davvero l’assordante frastuono del silenzio, il rumore dei pensieri di chi ci ha preceduto e lo sciabordare del tempo. La magione della nobile famiglia Buonaccorsi arricchisce le nostre colline sin dal Settecento, emblema di ricchezza e di arte con i suoi giardini all’italiana, i boschi, gli stucchi, le statue e i fregi che riempiono i suoi parchi e le sue facciate. La residenza pare una ricca anziana adagiata nel verde delle Marche. Nella fragranza della pace sembra di sentire i suoi racconti, storie di vite passate, sussurrate nel vento soave da uccelli variopinti e stormi liberi nell’infinito. Ad abbracciare la villa, i giardini. Filigrana interminabile di bosso, alloro e sculture. Camminando tra la ghiaia finissima dei parchi e tra le meravigliose fontane vetuste al tramonto, quando le ombre si allungano e si inchinano per terra, pare di veder rivivere le statue e i bassorilievi. Nella luce ovattata e nell’atmosfera silente sembra di sentire il riso di quel fauno laggiù, accarezzato dal muschio o la voce tonante di quel dio greco che da secoli corona una vecchia fontana stanca. Esplorando il parco vedo muoversi dolcemente la ninfa sopra una colonna, litigare figuri inquietanti ubriachi di vecchiaia e lamentarsi un puttino beccato da un colombo. Questo si prova passeggiando nella villa, un’inebriante esperienza di fragranze e silenzi soavi e interminabili, panorami fantastici e opere d’arte, vivendo un’avventura donchisciottiana nella storia e nella cultura dell’uomo. Poi scende la notte. Cade stanca e pesante nelle vallate e tutti hanno paura. Gli zefirelli tacciono, il chiacchiericcio incessante delle onde timidamente si spegne, gli animali corrono nei nidi e rimane solo la Luna, lattea e triste, desolata nel cielo. Con questa atmosfera è bello visitare il bosco della villa, immersi nel silenzio e accompagnati dalle fronde che lentamente si muovono in una danza bellissima e incessante. Nella pace più totale ci si sente veramente elementi del Creato, cullati dal buio e baciati dalla Luna, esploratori pionieri di un oceano di silenzi abissali, cultura e arte. In questo mondo sospeso, eterno, sempre aperto ed estemporaneo ci si sente fuori dalla realtà e veramente si può citare un celeberrimo poeta della nostra regione, Giacomo Leopardi: “e ‘l naufragar m’è dolce in questo mare.”

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